giovedì 28 maggio 2009

Scena Tipica dell'Università Italiana

Tipicamente, quella  sotto, é una scena che rappresenta il classico rapporto tra un professore "Ordinario" di una qualsiasi università italiana e l'assistente compiacente. 
Conosco almeno una mezza dozzina di queste storielle e ho personalmente assistito - veramente  incredulo - a qualcosa di molto simile presso la Facoltà di Architettura di Palermo intorno al 1995. Ricordo perfettamente che ad un incontro (da noi si chiamavano "revisioni" ) con un notoriamente arrapatissimo professore dallo sguardo assolutamente maniacale ed imbarazzante anche per una pecora che non camminasse muro-muro, si presentò una tipa, un pò tracagnotta e con occhietto porcello, truccatissima e con le tettone bene in vista in un vestito tutto rosso dalla testa ai piedi: nastro nei capelli e scarpe comprese...era maggio e quindi faceva caldo.  
Lo giuro, mi rendo conto che non ci si crede, ma giuro che la tipa é entrata nell'ufficio del prof. dopo di me...Lo sguardo ed il physique du rôle del tizio dell'immagine sotto corrispondono a ciò di cui parlo.

Penso che non avendo in mente di seguire la carriera accademica, certamente non mi ridurrò così. 

D'altra parte per quel che ricordo di avere visto e sentito il livello era assimilabile allo squallore della situazione nel quadro. E quello rimane tuttora, in un contesto in cui, tutto sommato, il palpeggiamento della tipa rimane la cosa più comprensibile ed umana.  
In questo caso, al massimo, come dice un'amico francese é un'histoire de cul
Il problema é che il sistema italiano, di cui l'Università é solo una delle espressioni, é sostanzialmente basato su histoires de culs. 


domenica 17 maggio 2009

Selinunte, Sicilia Occidentale

Selinunte, Sicilia Occidentale

- Visioni possibili -


A Selinunte si passeggia tra le rovine di templi e di case, tra antichi bagli e dune di sabbia. Resti di città, resti di monumenti, frammenti di colonne. Pietre scolpite sono disseminate tra l’erba, nella pianura ondulata, limitata dal mare.  Visione del paesaggio: l’immaginario. Tempio A...Tempio C...nomi e disegni di un rigore poco emozionante che non trattiene l’attenzione se non per qualche segno grafico. La visione e l’emozione, l’esplorazione, la contemplazione talvolta, sono l’attesa e l’attività principale di chiunque si trovi a Selinunte o in altri simili luoghi. Pochi, in effetti, vanno nei siti archeologici per studiarne approfonditamente le caratteristiche; forse, per molti, é più interessante osservare il paesaggio e le architetture nei reciproci rapporti. 


Attraverso queste note e le immagini che le accompagnano intendiamo proporre lo straordinario lavoro di un architetto-archeologo, ed anche grande disegnatore francese, che ai primi del 1900 studiò e rappresentò, scientificamente e visionariamente, il sito archeologico di Selinunte.


Jean Hulot fu un architetto francese che  visse tra la fine dell’800 e la metà del '900. Egli operò a Selinunte dal 1902 al 1908, con una borsa di studio dell’Académie de France, mirando ad un vasto progetto di lettura e decodificazione del luogo basato su indagini storiche, archeologiche ed architettoniche, sullo studio dei resti e sulla restituzione grafica, analitica ed interpretativa degli stessi. Il suo lavoro fu pubblicato in Francia nel 1909 in un prezioso e grande volume dal titolo Sélinonte.

Questo fu realizzato in un epoca caratterizzata da un forte spirito storicista e sulla scia di una grande attenzione all’architettura classica che, attraverso disegni di grande precisione e grande qualità comunicativa e scientifica, soddisfacevano perfettamente le aspettative visionarie intorno alla percezione narrativa e romantica dei siti e delle rovine archeologiche.


La stagione dei Grands Tours e dei Voyages in Italia ed in tutto il Mediterraneo, all’insegna della ricerca e dello studio intorno all’architettura classica fu una costante dell’800. Nel 1823, due giovani inglesi studenti della Royal Academy of Arts di Londra, Samuel Angell e William Harris,  giunsero in Sicilia con il proposito di studiare il sito di Selinunte ed iniziarono un’avventurosa campagna di scavo ritrovando, tra le dune di sabbia che ricoprivano tutto, i frammenti delle metope di due dei templi ora esposte al Museo Archeologico di Palermo.  La campagna durò pochi mesi infatti, e tra varie altre peripezie,  ebbe esito tragico: Harris si ammalò di malaria e morì, aveva appena 23 anni, a Palermo. 

Nel 1826 Angell pubblicò a Londra un saggio su questi scavi e questi ritrovamenti, ben illustrato da disegni delle metope ricostruite a partire dai frammenti. Quasi contemporaneamente Jacob Ignaz Hittorff, un architetto franco-tedesco vissuto tra il ‘700 e l’800, arricchiva questa stagione, storica e secolare, di studi approfonditi, dottissimi saggi e straordinari disegni d’architettura, con l’edizione del volume Architecture Antique de la Sicile, pubblicato nel 1827 e illustrato da decine di disegni straordinari mai inclini al pittoresco (com’era stato quasi sempre fino ad allora). Quest’opera venne celebrata in tutta Europa anche per la straordinaria potenza della policromia proposta in questi disegni per le architetture classiche, di seguito ai numerosi quanto pionieristici ritrovamenti archeologici da egli stesso effettuati, alimentando una nuova visione della grecità fino ad allora solo teorizzata e contrapposta alla austera e ben consolidata visione monocromatica-classicista .


Sulla scia di questa tradizione di studi, ma anche di quella fantasia romantica sempre viva per tutto il secolo, numerosi architetti-archeologi e disegnatori realizzarono molte altre restituzioni grafiche, rilievi e disegni di architetture nei siti del mondo greco e romano.


Questi architetti, erano spesso degli straordinari artisti: Jean Hulot, vincitore della prestigiosa borsa di studio de l’Académie de France à Rome, era uno di essi.

Il suo lavoro su Selinunte, guidato dal maestro Gustave Fougères, fu pubblicato nel 1909 per volere dello stesso Governo Francese in un prezioso e grande volume celebrativo dal titolo Sélinonte – La Ville, l’Acropole et les Temples.


Questo volume In Folio, di grande qualità di stampa e legatura contiene una parte testuale particolarmente analitica, descrittiva dello stato delle ricerche all’epoca e contiene anche delle eccezionali immagini fuori testo stampate in acquatinta, che rappresentano lo stato dell’arte degli scavi selinuntini all’epoca dei sopralluoghi (dunque i primi anni del ‘900), insieme a delle visionarie, suggestive e dettagliatissime ricostruzioni architettoniche e paesaggistiche della città stessa da vari punti di vista.


L’opera dell’architetto francese Jean Hulot, nella sua “tradizionalità” di modalità e forma, emerge, brilla e rimane insuperata per potenziale evocativo. 


Queste ricostruzioni grafiche, propongono analisi storico-scientifiche fedelissime a deduzioni ”certe”? Ovviamente no, ma offrono una proposta misurata e ponderata intorno al “possibile” dell’architettura, dell’urbanistica, della vita, delle attività, e degli infiniti dettagli di un giorno della vita di Selinunte. 


Case, decorazioni, persone, navi, il porto, le pavimentazioni, gesti, attrezzature e mille dettagli…..Tutto descrive e interpreta in queste tavole – comunicandola - la quotidianità e la “normalità" della città di Selinunte e la vita dei suoi abitanti . Si suggerisce quella visione sostenibile e realistica dello status del luogo stesso e del paesaggio, le cui coordinate noi cerchiamo quando visitiamo e ci aggiriamo sul sito.


Hulot ci racconta la sua visione di Selinunte attraverso numerosi disegni di grande formato: incisioni finissime presentano un immaginario ideale sicuramente altrettanto plausibile e realistico (quasi fotografico) della realtà locale vissuta nell’astrazione dell’artista. Allo stesso modo di una fotografia con le sue oggettività, i disegni di Hulot sono talmente realistici nelle prospettive e nella grafica da rendere equivoca la percezione di una possibile realtà oltre il tempo. 


Una illusoria e  cinematografica,  forzando il termine, realtà virtuale ante litteram. A tutti, infatti, è capitato di guardare un film storico di soggetto romano, egiziano o biblico, di quelli realizzati negli anni 50 e ormai quasi storicizzati essi stessi, Hollywoodiani o Italiani, che per qualche ragione non razionale ci fanno immedesimare in un contesto pur palesemente di cartapesta.  Allo stesso modo, e forse più, i disegni di Hulot, sono talmente realistici nelle loro prospettive, nelle loro ortogonalità, nel loro dettaglio iper-presente da rendere equivoca la percezione di una possibile realtà oltre il tempo, anzi i tempi, due e diversi: quelli della vita mostrata nella rappresentazione e quelli della rappresentazione stessa come opera d’arte, ormai storicizzata essa stessa. 


Illusione e miraggio dunque? certamente, ma intorno a qualcosa di ragionevolmente contestuale. 

Queste immagini grafiche sostengono ed aiutano l’immaginario dell’osservatore e creano una tensione verso la città di Selinunte e la sua storia. 


La realtà: oltre quella storica e scientifica - archeologica - è anche quella percepita dal proprio occhio, dall’occhio indipendente di ciascuno e da una capacità visionaria individuale più o meno sviluppata in ogni persona. La sensazione di realismo che riescono a dare questi disegni dipende non solo dalla generale qualità evidente, ma anche dalla quasi invisibile - e pur percepibile - qualità e quantità di dettaglio contenuta nelle tavole a livello pressoché microscopico. Questo livello di percezione agisce sui sensi fornendoci quel valore aggiunto che determina lo stupore davanti a queste opere così come il retrogusto o la permanenza dell’aroma di un vino dà al vino stesso valore aggiunto, e così come la musica di un orchestra ascoltata in una sala da concerti ha una estensione dinamica molto superiore rispetto a quella che viene emessa da un diffusore, riuscendo ad essere non solo ascoltata ma anche sentita dal corpo che viene avvolto dalla pressione acustica.


Il plusvalore nella visione di questi è quell’elemento che ha determinato il loro recupero e la loro presentazione insieme alla complementare presentazione di altre immagini di questo periodo storico e dedicate a questo sito ed al suo contesto.


© Pier Paolo Raffa, 2009


Selinunte: Imago