domenica 1 aprile 2012

SUMMER CITIES



Triscina e Tre Fontane
(Mazara del Vallo, 2004) 
Ph: © 2004 Pier Paolo Raffa


Summer Cities (il Villino



- Breve viaggio tra le case al mare dei siciliani -

Summer Cities, ovvero: le città dell'estate. Luoghi ad alta densità di costruito, case non più case ma ville, anzi villini: mezze-città senza progetto e senza urbanizzazione in cui tra luglio ed agosto, e nei fine settimana, estivi migrano masse di persone che sfuggono alla città (quella conclamata) per spostarsi a dare vita ad un'altra città, temporanea ed in riva al mare. 
La città dei villini (caratterizzata da una tutta propria civiltà).
A questo luogo appartengono infatti consuetudini, azioni, riti, abbigliamento, tempi e modi del tutto peculiari.

E' una città temporanea fatta di un habitat cementizio, dove più dove meno, rifinito, ma sempre precario a causa della scelta di materiali costruttivi inadeguati al contesto marino, con infissi recuperati o di scarsa qualità, con coperture precarie o con leziosità da nuovo ricco, con alberi e rampicanti DENTRO casa ed erbacce FUORI. 

Il dentro ed il fuori dell'habitat é di solito importante nei contesti mediterranei, e propone delle evidenze chiarissime ma, in questi casi, al contrario, c'é una forte competizione tra il degrado costruito delle case e dei luoghi privati e quello in cui  é "naturalmente" lasciato lo spazio pubblico, la strada o terra di nessuno. 

I più fortunati, se così si può dire, hanno il villino indipendente, magari con il posto auto all'ombra; gli altri dividono, magari in famiglie estese, case a due o a tre piani. 
Case?? No!!  La parola é impropria: si tratta in genere di casermoni informi ed inconclusi, condomini abortiti,  dove la gente si accumula e si stratifica, in genere contenta di farlo. 

Radio a palla, immondizia, auto ovunque, clacson e doppia fila, pinne e secchielli, motorini a profusione, grigliate miste, gelatai con megafoni e comuni mortali che deambulano bianchicci o abbronzati in slip fuori luogo; ciabatte, coda al panificio, in un contesto di generale accalcamento, di caldo umido in cui i telefonini sono incastrati tra il costume e la pancia sudata, spesso per mancanza di tasche.

Lo scopo di tutti, in questi contesti, sembra essere il farsi il bagno, al mare, come le pecore o le capre condotte dal pastore a lavarsi e a fare la cura del sale. 

Dopo questo gesto tutti sono soddisfatti, ma a me viene da pensare ad una cosa abbastanza disgustosa che deriva da un facile calcolo: su una spiaggia come quella di Mondello  (la spiaggia di Palermo) in un giorno d'agosto verso le 14 ci saranno circa 100.000 persone: poiché quasi tutti fanno almeno una pipì facendo il bagno e considerato in mezzo litro una pipì media, posso affermare che la gente si fa il bagno in una soluzione di acqua di mare tiepida, alghe decomposte, e circa 50.000 litri di urina. Ogni giorno. 
Per capirci 50.000 litri sono 50 metri cubi che forse corrispondono ad una autobotte di carburante con rimorchio. 
Un bel pò per una spiaggia non grande come Mondello, in cui quando non c'é vento ed il mare é fermo, l'acqua rimane ferma per più giorni....... 

Questa tragedia sociale, comune a tutta l'Italia, dura dalla metà di luglio alla fine di agosto e si accentua il sabato e la domenica in un vero e proprio frenetico delirio. 

Sarebbe interessante scrivere di più intorno a questo argomento: spunti sociologici e affini non ne mancano, ma mi limiterò a proporre un pò di immagini, realizzate in inverno, a Villagrazia di Carini, vicino Palermo, a Triscina e Tre Fontane, queste ultime sono vere città fantasma (per dimensioni) vicino Mazara del Vallo. 

Mah...a chi piace......



SUMMER CITIES (Immagini dalla spiaggia)

Case al mare
Villagrazia di Carini (Palermo),  2008. 
ph: © 2008  Pier Paolo Raffa

- Il luogo rappresenta gli abitanti? A ciascuno il suo -