martedì 27 marzo 2012

Cartoline dalla Terra Promessa (1/2)






Viaggiando, inevitabilmente, ci siamo confrontati con l'esistenza delle cartoline.

Tutti sappiamo cosa sono le cartoline e tutti sappiamo a cosa servono (anche se adesso le cartoline non hanno la stessa funzione di una volta). 

Siamo andati a Parigi e abbiamo mandato una cartolina, siamo andati a Venezia e abbiamo mandato una cartolina......Le azioni erano (e sono) sempre le stesse: scegli cartolina, compra cartolina, scrivi quello che devi scrivere, quindi francobollo e buca delle lettere....poi qualcuno la riceveva....

Dunque si va in un posto diverso, magari lontano, si va in un luogo verso cui c'è un desiderio, una ambizione, e la cartolina, se da un lato testimonia il tuo pensiero ad una persona, dall'altro testimonia la tua conoscenza, il tuo essere in un luogo.

E' anche da considerare che fino ad una ventina di anni fa (parlo da siciliano che lo ha vissuto sulla propria pelle), viaggiare anche per andare a Roma o a Firenze, non era nè banale, nè semplicissimo, nè soprattutto economico. E ancora meno i comuni mortali potevano considerare normale pensare di andare un week end a New York (posto che la cosa richiede ancora un certo sbattimento...) con la fidanzata.  Ma erano altri tempi, diciamo, a mia memoria, venti- trent'anni fa.....

Ad ogni modo, qui si parla di cartoline: cartoline che evocano, cartoline che si collezionano, cartoline che rappresentano e cartoline che si spediscono.  Molte altre analisi ed interessanti osservazioni mi vengono in mente sugli aspetti comunicativi, relazionali, psicologici o storici delle cartoline.

Mi chiedo: quali cartoline hanno rappresentato per lungo tempo Palermo? cosa riproducevano e perchè? 

Palermo negli anni '50, '60 e '70 era la terra promessa dei siciliani che vivevano nei piccoli comuni dell'isola (nei paesi, come dicono i "cittadini" attribuendo una connotazione sminuitiva alla parola). Spostamenti di popolazioni,  edificazione selvaggia, urbanizzazione residenziale a tappeto, sono strettamente legate alla organizzazione del controllo e della gestione del potere politico in Sicilia e a Palermo, e della Sicilia questa città è la capitale politica ed amministrativa. 

Dal dopo guerra agli anni '80 la città si è espansa a tappeto, saturando il territorio di un habitat cementizio stratificato e giustapposto, qualitativamente di basso livello progettuale sia estetico o tecnologico. Robaccia fatta da imprese e geometri ed ingegneri, nella maggior parte delle nuove realizzazioni. Robaccia comunque molto richiesta dalla gente a cui sfuggivano - e sfuggono tuttora - dei parametri propri di una vita civile in un habitat altrettanto civile e vivibile.
Ma tant'è ....si sa la roba economica si vende facilmente.....

Ritornando alle cartoline, io ne ho trovate alcune, che rappresentano, a mio avviso, l'immaginario di chi si "trasferiva" a Palermo dal "paese". L'immaginario del "paesano"...

Le cartoline sono un prodotto commerciale ed industriale come tanti altri: la realizzazione e la stampa di cartoline è un fatto professionale abbastanza specialistico e tecnico, nonchè relativamente costoso per via dei numeri di produzione necessari a riportare il prodotto in vendita ad un costo ragionevole.
Se qualcuno ha realizzato le cartoline che presento qui é perchè ne ha valutato la richiesta e ha sviluppato un prodotto che si sarebbe venduto: e vendendolo ci avrebbe guadagnato. Tutto normale. Tra l'altro, parlando da fotografo, devo dire che le foto utilizzate sono state fatte sicuramente con attrezzature tecniche professionali, tipo camera a banco ottico e simili. Dunque non si tratta di foto fatte per caso ma esse sono impegnative ed accuratamente progettate. Esse lo sono per una domanda di mercato e dunque per un pubblico di acquirenti. Migliaia di cartoline come queste sono state vendute e spedite a qualcuno. 

Perché questo argomento e perchè ne parlo?

Perchè queste foto rappresentano il mito e l'ambizione di una modernità relativa che la maggior parte della popolazione di questa città condivideva in un epoca recentissima. 
In questo contesto urbano e sociale si sono successivamente formate almeno un paio di generazioni.
Per circostanze personali circa trent'anni fa e più - ero già allora piuttosto rompicoglioni - ho avuto modo di conoscere da vicino delle persone, di estrazione molto popolare, originarie di Corleone: mio padre era il loro medico e quindi fummo invitati almeno un paio di volte a casa loro, in paese. 
A parte il fatto, soltanto folcloristico in questo caso, che erano imparentati con la famiglia Bagarella e dunque con Totò Reina, queste simpatiche signorine abitavano in una casa al cui piano terra viveva il mulo e la cui stalla comunicava direttamente con la scala della casa, dall'interno. 
Ovviamente non ricordo nè scaldabagno nè riscaldamenti nè altre simili amenità, ma non ne faccio certamente una considerazione snobistica, è soltanto per fare presente, a chi non ne ha idea, in che condizioni si viveva nei paesi siciliani da trent'anni fa al dopoguerra.
Prima del dopoguerra la situazione non me la immagino neanche. 

E' ovvio che, ricevendo quella cartolina, il cugino più sfigato di Corleone, di Favara o di Cesarò, stramazzasse di desiderio se non d'invidia, perchè è intuibile che del mulo, della sua puzza e di tutto quello che ruota intorno, ne fai volentieri a meno. Il poveretto riceveva la cartolina che probabilmente non era neanche in grado di leggere, abbagliandosi e sognando davanti a quegli edifici, a quelle strade, a quei cieli azzurri. Non era interessante mandare una foto di Piazza Marina, del Teatro Massimo o della Cattedrale, ma dei nuovi quartieri dove i più "fortunati"-  i cugini ricchi - si erano trasferiti, fosse anche per fare il portiere (è stato un fenomeno tipico di un epoca) dei "palazzi" ed abitare in stanze in cui anche una vecchia lavatrice, se avesse una coscienza, si deprimerebbe.

Guardando queste cartoline dai colori iper-saturi mi viene spontanea la penosa constatazione che ripropongo: i luoghi ritratti in queste foto sono rimasti fino ad oggi esattamente uguali a quelli delle cartoline, come l'intera città, come gli impianti degli edifici, come una intera società, come una intera economia fittizia, assistenzialista e profondamente malata.
Tutto è rimasto come trent'anni fa.

Ma il tempo passa, i cieli sopra le cartoline non sono più azzurri e quelle case-prodigio-della-modernità per i siciliani "evoluti", cascano a pezzi. 




ILLUSTRAZIONI A SEGUIRE 
in
Cartoline dalla Terra Promessa (2/2)

1 commento:

Romina ha detto...

Scrivi sempre. Leggerti è incredibilmente confortante. Addirittura non si riesce a litigare !