"MAI EDUCARE I VOSTRI FIGLI PIU' DI VOI STESSI"
questo proverbio, frutto della saggezza antica del popolo siciliano, diventa regola evidente frequentando da vicino la stessa società locale, e non necessariamente quella povera ed incolta, anzi, la formula risulta molto chiara e presente soprattutto in quel contesto pseudo "borghese" o "benestante"- conformista e silente - , che è la popolazione delle città: la cosiddetta fascia "media".
Sono quelli che sanno leggere e scrivere, ma che, in poche parole, non ragionano autonomamente.
Signori con sguardo ebete e signore sovrappeso, annoiate ed in pensione, con i capelli cotonati e tutte con le stesse mechès bionde, che guardano le vetrine con le amiche parlando delle figlie grandicelle che gli sono rimaste sulla panza.
Un articolo (http://www.bestofsicily.com/mag/art298.htm) interessante e analitico, ancorché in inglese, tratta bene il tema, ed in particolare evidenzia quella che ritengo onestamente LA realistica prospettiva della società siciliana.
Il testo é in inglese, e se non siete in grado di leggerlo direttamente andate sul traduttore di Google.
Sul sito www.bestofsicily.com trovate scritti e comunicati, pensieri, analisi ed opinioni, non sommatorie di parole inutili come quelle che spesso si trovano sulle guide locali di ristoranti dove si elencano TUTTI i ristoranti della città e - guarda un pò - sono tutti buoni.
Bisogna dirlo: i ristoranti siciliani, o meglio le trattorie camuffate da ristorante, sono spesso locali grigi, al neon, puzzolenti e untuosi, con un servizio sgradevole e supponente, con camerieri rozzi e buoni a nulla, spesso sono cari più che al centro di Parigi e con una qualità di cibo assimilabile al preconfezionato-riscaldato al microonde.
La maggior parte ma non tutti: il problema è conoscere, discriminare, far sapere.
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