martedì 27 marzo 2012

VISIT PALERMO, LIVING PALERMO, ENJOY THE CENTER OF THE MEDITERRANEAN SUB-CULTURE (Ovvero: voglio aprire una FABBRICA DI PASTA)


Descrizione della città: un agglomerato di palazzi-dormitorio, costruiti senza progetto e accumulati tra strade sporche. Colore dominante: grigio.



Economia del luogo: assistenzialismo, finto-lavoro pubblico, speculazione di second'ordine e piccoli commerci. Tanti, troppi vecchi, ancora più vecchi perché rincoglioniti dalla loro abulia: pensionati che spendono le loro pensioni ancora nell'acquisto di pellicce per signore sformate e storicamente sovrappeso; sempre più spesso si tratta di televisori a grande schermo. 
Minoranza di giovani/meno giovani disoccupati, inoccupati, precari: tristi e senza sogni, senza sguardo, pavidi, conformisti, prevedibili, senza parola e senza parole. 
Essi sono talmente inconsistenti che, forse, alcuni di essi non hanno neanche l'ombra quando stanno al sole.

Lingua parlata: formalmente italiano. Realmente una sorta di bofonchiamento di parole in un costrutto sgrammaticato e gutturale che dà l'idea dell'ignoranza diffusa e dominante. Il massimo che ci si può aspettare é un discorso originato e concluso su quanto costa la vita dopo l'euro oppure "come stai-cosa fai"? Negli ambienti più raffinati ed intellettuali é certamente un'esperienza interessante sentire parlare le donne.

Popolazione: circa un milione di abitanti che per cultura si sentono uno più furbo dell'altro, che non hanno nessun senso civico, nessuna cultura urbana, nessuna sensibilità del concetto di "pubblico". Di fatto é un'agglomerato di persone, o - più appropriatamente- di pezzi di carne, che vive ancora sbirciando dietro l'uscio di casa, nell'invidia del prossimo, come nei paesi dell'entroterra isolano statico, incolto e pecoreccio da cui proviene, nella maggioranza dei casi, qui trasferito tra gli anni '50 e 80.

Tendenza: la Sicilia é sempre stata terra di feudo, e così rimane anche adesso all'interno dell'isola ma anche no. Gli abitanti delle città principali, costiere in particolare, essendosi emancipati dal servizio del feudo, si sentono tutti dei principi o nella peggiore delle ipotesi dei gran signori, e così si comportano tra cerimonie, matrimoni e atteggiamenti. Di fatto, a causa di una profonda, totale, strutturale ignoranza intorno a qualsiasi cosa, a malapena, la gente é in grado di distinguere un vino buono dall'aceto, e si beve tutto, comunque.

Attitudini: cultura locale rozza, autoreferenziale, fortemente classista e razzista che tende a considerare in termini dispregiativi tutto ciò che esiste al di fuori della portata degli occhi. Disprezza gli arabi come i rumeni, gli americani come i milanesi. Il palermitano disprezza, equamente Catania e Trapani, pensa che tutti i tunisini o i marocchini siano dei poveri disgraziati (e tunisino o marocchino é qui un aggettivo utilizzato in modo dispregiativo). Egli é fermamente convinto che il posto dove vive sia il migliore, il più bello, del mondo. In altri termini é gente chiusa ed ottusa, tribale, inesperiente, senza altra capacità che quella di confrontarsi con il proprio clan e il cui mondo si estende ad un raggio di circa due km al massimo dalla propria - in genere squallida e triste - residenza condominiale mezza muffita, stantia, e grigia, realizzata con materiali di scarto tra gli anni '60 e '70 e considerata come una sorta di palazzo reale di valore inestimabile.

Potenzialità per l'impresa: la cosa migliore da fare da queste parti é, in tempo di elezioni, aprire una fabbrica di pasta. Infatti questa é la merce migliore per comprare la gente su questo mercato, e, per la miseria dominante, ne bastano pochi chili a testa. D'altra parte il valore reale delle stesse persone, nella stragrande maggioranza dei casi, non eccederà il prezzo pagato. Se poi da questa gente vorrete avere il massimo, promettete due chili di pasta a datene soltanto uno dicendo che il resto "deve arrivare".

4 commenti:

Luciana ha detto...

mai letta migliore guida di Palermo

Pier Paolo Raffa ha detto...

grazie a Luciana per la sua opinione ed il suo realismo!

Gabriella ha detto...

PP - purtroppo questa è effettivamente la giusta descrizione di buona parte della società italiana in generale; ci sono comunque anche pregi, meriti, che nel tuo resoconto avresti potuto includere, e che sono quelli i motivi per i quali, sicuramente, se no che altro, persone come te rimangono attaccati alla Sicilia...

Tiziana ha detto...

Molto interessante...mi associo a Gabriella..questa descrizione si può applicare a tutte le realtà italiane..quando vivevo a Damasco e, raramente, mi trovavo a guardare la TV italiana..provavo una grande vergogna nell'appartenere a questa società. Trovavo i siriani molto più veri, eruditi e intellettuali..eppure l'immagine che ci trasmetteva la TV italiana dall'occidente era pessima